QUANDO HALLOWEEN
NON C’ERA…
Sono
diversi anni che si festeggia HALLOWEEN come dei matti, con orribili costumi
che richiamano streghe, morti e la Morte… Una volta questa festa non c’era per noi e si festeggiava soltanto ‘Tutti i Santi’ il 1 Novembre.
Ai tempi della mia infanzia la festa dei Santi coincideva con una fiera molto
importante, che si svolgeva a Paganica. Tutti i
contadini ci andavano per vender o comprare bestie, vestiti, scarpe e tutto ciò
che poteva servire per l’inverno. Partivano all’alba per essere i primi ad
arrivare e poter così scegliere le bestie migliori e comprare o vendere al
miglior prezzo la merce. I Fontanari portavano a vendere i puledrini (pelletrucce) e i somarelli (staccucce)
ed erano così belli e piccoli, poverini, che dispiaceva
disfarsene. Cavalli e somari erano molto ricercati perché venivano
utilizzati per trasportare legna, fieno, grano e tutto ciò che poteva servire
alle comunità di allora in montagna e campagna. Inoltre la loro vendita portava
nelle casse familiari qualche soldo e non era poco perché soldi se ne vedevano
pochini e per poterli vedere si doveva aspettare appunto la vendita di qualche
animale. Le nostre case però erano piene di ogni ben
di Dio e di certo la fame non si pativa. Ricordo i preparativi, poi, per la
partenza e i loro saluti: ”Ciao vaglio’, fate i
bravi, che al ritorno portiamo la porchetta!” La sera non arrivava mai, ma il
ritorno era una festa. Insieme alla porchetta c’era sempre qualche altra sorpresa
come arance, fichi secchi e per le più fortunate, qualche
nastrino per legare i capelli,
mentre per i maschietti arrivava il sospirato coltellino (‘u curtigliucce). Piccole cose, odori perduti ma non
dimenticati; la porchetta di oggi non ha più la stesso
sapore, o forse è la nostalgia di quei tempi a farci sembrare tutto diverso. Mentre gli uomini erano alla fiera, gli anziani rimasti con
le donne al paese preparavano i festeggiamenti per il giorno successivo, il due
Novembre, festa dedicata ai defunti. Si toglievano le erbacce dalle tombe, che venivano recintate col muschio raccolto dai bambini alla
Tagliata; i fiori erano dei nostri orti e con quelli abbellivamo le tombe. Non
c’erano i loculi o le cappelle, perciò i morti venivano sepolti sotto terra.
Tutto doveva essere perfetto e pronto per il giorno dopo, quando in processione
ci recavamo al cimitero dove veniva celebrata la Messa
con la benedizione delle tombe dei defunti. Dopo aver pregato e salutato i
nostri cari si tornava a casa, continuando a stare
ancora insieme davanti ad un bel fuoco.
(Antonietta D’Ascenzo)