LA FEBBRE CELTICA

 

Generazioni di Fontanari si sono susseguite negli anni, dalla nascita del paese fino ai giorni nostri. Tre cose le accomunano tutte: la caparbietà nel raccogliere legna (da cui il nomignolo cavaciocch&), il carattere forte ma gentile e la febbrile voglia di sapere se Preta P&zzuta è il frutto di tanto abili quanto antiche mani o solo il vezzo di una natura eccentrica. Questo è stato il cruccio dei Fontanari per molti secoli, ma proprio quando le speranze di risolvere il dilemma erano ormai ridotte al lumicino, un’ inaspettata sorpresa ha rianimato le speranze dei paesani. Già, perché i fedeli del barile non erano i soli ad essere attratti dalla striata roccia; un ristretto numero di studiosi internazionali ha, nell’ ultimo anno, dedicato la propria attenzione al monolite solcato. Le prime conclusioni sono state esposte una sera d’ estate ai genuini abitanti della Fonte, che pieni di orgoglio e meraviglia, hanno finalmente sfogato la propria atavica curiosità. Da quel momento in poi, però, si è scatenata una febbre paragonabile a quella che attanagliava i cercatori d' oro; non passa giorno, infatti, che una squadra di fontanari non raggiunga quel luogo in cerca di epiche e ancestrali tracce. Alcuni tra i più convinti hanno battuto tutta la costa circostante in cerca di pietre similari, catalogandone almeno altre quattro. C' è persino chi si reca alla pietra, palesemente idolatrata ad altare pagano, convinto di assorbirne le vetuste ed esoteriche proprietà; la cosa più sconcertante è che qualcuno sembra ne abbia tratto forte giovamento, superando tabù fino ad allora invalicabili. Non è dato sapere (ancora) cosa ci sia di vero e cosa invece sia solo frutto della fantasiosa mente dell' uomo, quello che è certo e che la curiosità che permane da secoli attorno allo splendido monolite sembra aumentare con il passare dei minuti, trasformandosi sempre più in una sconosciuta Febbre Celtica.

 

                                               Un Racconto Fontanaro di Vincmari.