L’origine originale
Premessa: ‘ciascuno di noi va alla ricerca delle proprie origini, scavando il più possibile nel passato’. Partiamo dal cognome. Il pre-nomen, o cognome, era già in uso presso la società romana, riservato esclusivamente alle classi più elevate. Successivamente al Concilio di Trento secolo XVI, esso fu esteso a tutta la popolazione. Tale esigenza era basata sulla necessità di censire tutti gli abitanti, soprattutto quelli che risiedevano e lavoravano nel contado (fuori le mura cittadine). Ciò portò alla creazione di un’agenzia, ecclesiastica prima e civile poi, ‘l’anagrafe’. Tutti gli abitanti si trovarono costretti a registrare nascite, matrimoni, morti ecc. Questo sistema fu ideato non tanto per estendere a tutti gli stessi diritti sociali (ben pochi per dire il vero), ma principalmente per imporre un sistema di tassazione cui nessuno doveva sfuggire. Quindi l’anagrafe nasce come sistema di controllo, in altre parole: pagamento delle imposte. Ancor oggi per individuare il singolo individuo il sistema migliore è tramite il cognome. Sono arrivato a due ipotesi di lavoro. Ipotesi A.
La mia attenzione si è rivolta sull’etimologia della parola D’Ascenzo. La D = Di, vuole essenzialmente indicare l’appartenenza ad un casato-stirpe-antenato …vedi l’uso del Von nei paesi di lingua tedesca. Passiamo ad analizzare l’espressione ‘Ascenzo’. L’ipotesi più attendibile vede la parola di derivazione latina, nel significato di ascendenza, cioè andare verso l’alto…salire…ecc oppure, discendere… derivare da…ecc. In effetti se tagliamo la parola in due parti, trascurando le leggi della suddivisione sillabica, abbiamo: ASC/ENZO, il suffisso ‘enzo’ = ‘enza’, è tratto come nel corrispondente termine Latino ‘entia’(m), dal participio presente di ‘ente’. Esso forma sostantivi astratti che indicano: condizione; modo di essere; stato; conoscenza; partenza ecc. ‘ens enntis’(n) = essere, ciò che è…. Nel passaggio dalla lingua Latina a quella Volgare, ‘entis’ si trasforma in ‘enz’. La ‘s’ si perde e al suo posto compare la vocale ‘o’. Il gruppo ‘T’ più la vocale, nel corpo della parola diventa ‘z, zz, zi’. Esempi: Sapientiam = sapienza; Vitium = vizio; Palatium = palazzo. Quindi abbiamo: ‘Ti’= Z; ‘X’ = cs, da cui sc; per quanto riguarda questo gruppo, forse nel corso del tempo si verificò un fenomeno di rotazione consonantica, probabilmente per rendere più armoniosa la pronuncia dello stesso, ‘CS=SC’. Per cui, abbiamo D’Ascenzo.
Ipotesi B – Origine del prefisso: ‘ASC’.
Voglio innanzitutto premettere che questa ipotesi, senz’altro più affascinante, va presa con le dovute cautele. Essa si basa su una mia personalissima ricostruzione di vicende storiche realmente accadute in un’epoca storica, che come vedremo, ebbe stravolgimenti religiosi e politici di notevole portata, la cui eco è avvertita ancor’oggi.
Ipotesi B. Riprendiamo l’ultima osservazione linguistica: abbiamo detto che il gruppo consonantico ‘cs’ si trasformò in ‘sc’, forse per rendere più armoniosa la pronuncia dello stesso; cs = sc = x. Difatti la x, lettera di derivazione greca si pronuncia ‘cs’. Analizziamo di nuovo il termine ‘D’Ascenzo’: la ‘D’ = ‘Di’, ‘Enzo’ = participio; ora rivolgiamo la nostra attenzione sul prefisso, gruppo consonantico “ASC”. Avremo: ASC = AX, quindi l’espressione finale, relativa alla nostra seconda ipotesi, vede il significato di ‘D’Ascenzo’ come ‘derivato da AX’, e più precisamente, ‘proveniente da Ax’ o meglio ancora, ‘coloro che giunsero da ASCOU’. Ricapitolando, la nostra ipotesi B vede un’espressione linguistica che rimanda ad una specifica località, ben determinata sia sotto l’aspetto geografico che storico. Abbiamo identificato questa località con il toponimo ‘Ascou’, presente nella Francia meridionale, più precisamente in una valle, la Valle D’Ax, ai confini con la Spagna. La nostra conclusione fa risalire la comparsa del cognome D’Ascenzo ad un gruppo d’individui che, presumibilmente intorno al secolo XIII, o forse prima, giunsero in Italia e stabilirono il loro domicilio presso un territorio che ricordava molto il paese natio e a cui imposero il nome di Avignone. Tale toponimo è presente proprio nella Francia meridionale, come la menzionata Valle D’Ax. La regione è meglio conosciuta come Provenza o Linguadoca. Queste località, nel corso del basso Medioevo, subirono distruzione e morte. Famosissima è la crociata contro la popolazione della città provenzale di Albi. Questa crociata, la prima che si consumò sul suolo d’Europa, fu voluta da papa Innocenzo III, che cercava di eliminare l’eresia Catara in seno alla Cristianità Occidentale. I libri di storia, come spesso accade, tralasciano alcune realtà storico-geografiche. Una di queste è quella che vide protagonista il Principato indipendente di “Septimania”, costituitosi dopo la discesa dei barbari Visigoti. Esso aveva un’estensione notevole, enormi ricchezze e soprattutto era tollerante nei riguardi delle diverse confessioni religiose. È proprio in quest’area che si sviluppa il libero pensiero, rintracciabile nella ‘confessione Catara’. La crociata contro gli eretici celava per di più abiette motivazioni economiche. Non intendiamo soffermarci oltre su questa argomentazione, anche perché su di essa sono state scritti interi volumi. Ora è ipotizzabile che, essendo il territorio della Linguadoca messo a ferro e a fuoco per oltre quarant’anni, alcune comunità della Valle D’Ax abbiano scelto di migrare per raggiungere un luogo sicuro dove continuare a vivere serenamente. A supporto di ciò un antichissimo manoscritto…
Abbiamo deciso di pubblicare ciò che il nostro misterioso
amico ci ha inviato. Egli afferma di essere in possesso di un manoscritto, risalente al XIII
secolo.
…
allorché gli invasori scesero portando morte e distruzione
nelle nostre contrade, parte degli abitanti della Valle scelsero di fuggire ..
alcuni di questi, appartenenti alla comunità di Ascou,
raccolte poche cose, preferirono raggiungere la vicina costa nei pressi di Perpignano. Tra loro vi erano donne,
vecchi e bambini .. i pochi uomini validi erano armati alla meglio ..
mentre camminavano, furono avvistati da uomini armati che erano diretti alla
rocca di Montesicuro.. attaccati si dispersero ..
molti morirono .. poi si riunirono, si contarono .. coloro che sopravvissero
proseguirono, incontrando lungo il cammino un uomo dalla lunga barba ..
crociato vestito che li confortò e scortò fino al mare. Trascorsero tre giorni
e due notti in un casolare diroccato prima di imbarcasi
su di un veliero che, dopo molte peripezie, li condusse in Italia .. sbarcarono
.. decisero di dividersi per non destare sospetti .. si inoltrarono nell’interno.
Superate le impervie vette dell’Appennino centrale ..
alcuni rimasero nel territorio del Sannio .. altri
proseguirono seguendo la bianca montagna dei Vestini
.. raggiunsero un luogo ameno, solitario, silenzioso, che ricordava molto i
luoghi natii .. posto a ridosso di un magnifico altopiano .. popolato già da
rocche .. edificarono i primi rifugi con paglia e fango, rami .. scavarono
cunicoli e grotte ove trovar riparo dal freddo e dai pericoli .. nei pressi
sgorgava acqua cristallina .. chiamarono quel luogo fonte Avignone .., eressero
un fontanile la cui forma era ispirata alle iniziali della Maddalena .. . Il
racconto si interrompe qui.
(anonimo via e-mail)