L'AMORE AI TEMPI
DELLE NONNE
I protagonisti di questa storia sono due giovani di tanti e tanti anni fa, quando nella parola amore gli svariati significati di pudore, tenerezza, passione, rispetto, gelosia s’intrecciavano indissolubilmente. Era Crisonne un giovane forte e gentile sinceramente innamorato della sua donna e da lei profondamente ricambiato. Il matrimonio dunque era sembrato ad entrambi il traguardo ovvio alla loro storia e tutto era pronto: la carrozza, l’abito da sposa e la casa, dove la fanciulla avrebbe condotto felice la sua vita di moglie. Gli sponsali furono celebrati con grande festa e, dopo il pranzo all’aperto, a cui tutto il paese partecipò, i due coniugi salirono in carrozza insieme ai fratelli della sposa e fu allora che si scatenò la tragedia. Crisonne felice di avere finalmente la sua donna tutta per sé, in un impeto di gioia l’abbracciò e la baciò, ma a quel punto uno dei fratelli, sentendosi ferito nell’onore, lo pugnalò alla schiena, senza farsene accorgere. Il giovane sentì il sangue scorrergli lungo il dorso, bagnargli la camicia, ma non disse nulla, non voleva allarmare la sua sposa e, arrivato a casa, andò a coricarsi adducendo un dolore improvviso, lasciando alla moglie gli onori di casa per quelli che non avessero potuto partecipare al pranzo. Passò un po’ di tempo e gli ultimi ritardatari erano andati via, ma del giovane nulla; preoccupata la sposa salì e trovò il marito in un lago di sangue. Disperata chiamò a gran voce i genitori di entrambi chiedendo aiuto, ma non c’era più nulla da fare, Crisonne era morto e in quel momento le campane della chiesa cominciarono da sole a suonare a distesa. La gente, allora, si segnò con il segno della Croce: era morto un innocente ed una persona buona.
(di Marianna
Lucantonio)