FORBICE E
CENTELLINO
La storia che racconto è molto antica e non l'ho inventata io ma la raccontava mia nonna abruzzese come tutta la mia famiglia e mi piaceva tanto, spero che piaccia anche a voi. C'era una volta un uomo che aveva tre figli: uno si chiamava Giacomo, uno Giovanni ed uno Forbice e Centellino. Siccome erano poveri li mandò a lavorare al servizio del re ma i due fratelli maggiori erano gelosi del più piccolo ed andarono dal re a dire che egli si vantava di saper rubare la coperta con i campanelli dell'orco e dell'orca. Questa terribile calunnia costò al poverino una spedizione per rubare la suddetta coperta, armato solo di una busta di bambagia. Arrivato al castello dei due orchi, salì in camera da letto e si nascose sotto questo riempiendo man mano tutti i campanelli. A una certa ora i due "coniugi" vennero a coricarsi ma il ragazzo furbo cominciò a tirare la coperta dalla parte della moglie. L'orco si risentì ed il giovane svelto la tirò dalla sua parte, allora fu la volta dell'orca di risentirsi ed iniziarono una vera propria lite. Approfittando del momento propizio Forbice tirò via la coperta e scappò lontano. Una volta al castello il re lo ricompensò lautamente, ma l'invidia dei due fratelli aumentava e tornarono a sussurrare al sovrano che il loro fratellino si vantava di saper rubare il cavallino parlante dell'orco. Anche questa volta fu inviato seduta stante armato di zuccherini e nient'altro: si nascose così nella mangiatoia e quando il cavallino arrivò e furono completamente soli tentò di blandirlo con dolci e promesse per portarlo via ma l'animale urlò: "Urc Orca mo' me se pigliano", il padrone scese ma non trovò nessuno e lo rimproverò. Questa scena si ripeté ben tre volte, alla fine l'orco spazientito riempì il povero animale di botte e questi, vista la brutta parata, decise di andare con il giovane che, una volta lontano, gridò: “Urc me te so pigliato u'cavagliucc'” e a nulla servirono gli improperi e la rabbia dell'orco. Una volta al castello fu premiato come meritava ed i due fratelli inviati lontano. Questa è la storia di Forbice e Centellino come mi veniva raccontata dalla nonna prima e da mio padre poi e come io l'ho raccontata ai miei figli perché non voglio che le proprie radici vadano perdute.
(Marianna Lucantonio)