Il
caGnOLINO muto
Prefazione: si è tornati a parlare del posto della paura e della sua fama sinistra… ebbene questa vicenda, vecchia di almeno settanta anni, forse ne mitigherà i contorni ma non la sua aura di mistero…
Papà Paolo, scomparso troppo presto, lo rivedo nitidamente mentre mi racconta questa storia: tornava a tarda sera da Rocca di Mezzo dov’era stato a macinare il grano da ‘Eggidio ‘u mulinar&’, con passo spedito e con la sola asina per compagnia. Appena oltrepassato la zona detta ‘le vrott&’ o ‘i gigli’, come generato dalle tenebre, si materializzò alle sue spalle un cane di piccola taglia, che egli non aveva mai veduto prima né rivedrà più in seguito. L’animale seguiva muto il viandante, mantenendosi sempre alla stessa distanza; quando questi si fermava, anch’esso bloccava la sua corsa leggera. Papà, persona risoluta e poco incline alla superstizione, provò a scacciarlo fingendo ira e lanciandogli qualche pietra ma il cagnolino, subito dopo, riguadagnava la sua posizione a tre passi dall’uomo. Fu così fino all’incrocio con la strada che dalla fonte vecchia portava alle ‘prata’, detto all’epoca ‘l’ancruciatura’. Qui il cane si fermò come davanti ad un ostacolo insuperabile, fissò mio padre che si allontanava verso il paese e tornò sui suoi passi verso Terranera. Papà era anche uomo dal carattere burlone e di spirito, come oggi il suo figlio più piccolo Giovanni, ma quando mi confidava questo episodio il suo viso era serio e pensieroso. Lui pensava infatti che quel cane incarnasse un caro defunto che volesse stargli vicino, ma che non poteva oltrepassare quel crocevia che simboleggiava la croce di Gesù.
(da un racconto di Giacomina D’Ascenzo)