Addù esc& la paura
Tutti i bambini del mondo sono impressionabili e
puntualmente si raccontano loro storie che incutono timore per anni. Anche a Fonteavignone le cose non vanno diversamente e la
storia in voga da più di un secolo è quella che narra della "Paura".
Proprio così, perché a detta di molti esiste un luogo tra Fonteavignone e
Terranera, "i gigli&", lungo la vecchia
strada che unisce i due paesi, in cui nelle ore notturne esce "la
paura". Quest'ultima può manifestarsi in vari
modi, ma i più consueti sono sotto forma di un vecchio, di fronde che volano o
d’improvvisi vortici d'aria. I racconti paesani sono innumerevoli e descrivono circostanze
davvero inquietanti; qualche volta è stato appurato che si trattava di pura
suggestione, altre restano avvolte nel mistero ancora oggi. Volendo citarne
qualcuna si potrebbe ricordare quando una sera Giulio Lucantonio tornava dalla "Rocca" in bicicletta percorrendo
guardingo, proprio a causa delle storie sentite sin da bambino, la strada del
ritorno. Proprio quando giunse ai "gigli&"
le sue paure si materializzarono; si sentì infatti
tirare il cappotto da dietro e più pedalava per allontanarsi, più veniva
trascinato da tergo. Vedendosi perso, agì risolutamente sfilandosi il cappotto
e abbandonandolo insieme al velocipede nel bel mezzo della strada, dando il via,
al tempo stesso, a una folle corsa verso casa. Tornò
sul luogo del misfatto solo la mattina seguente insieme a qualche compaesano e l'arcano
fu svelato; il lembo inferiore del cappotto si era
impigliato nella catena della bicicletta e più lui pedalava, più la stoffa si
infilava dentro. Quella volta si risolse tutto con una risata, ma non sempre è
andata così. Ad esempio molti anni or sono, Vincenzo (Spezzaferr&),
attardatosi nelle sue faccende, tornava alla
"Fonte" nel pieno della notte e giunto alla fatidica curva fece un
incontro alquanto strano; un vecchio stanco ed emaciato sedeva su una pietra
affianco strada, al chiaror della luna. Da buon fontanaro lo salutò
cordialmente e chiese se aveva bisogno di aiuto, ma
l'anziano non mosse un muscolo, come fosse pietrificato anch'esso. Quella
figura spettrale fece ricordare al viandante tutti i
racconti ascoltati durante l'infanzia e senza pensarci troppo accelerò il passo
dirigendosi di buona lena verso casa. In seguito chiese molte volte agli
abitanti di Terranera chi poteva essere quell'anziano signore, ma nessuno seppe mai dargli notizie.
Se una sola persona è facile che si faccia condizionare in determinati contesti, diverso è quando si è in presenza di più individui.
Si narra che una volta la gloriosa squadra fontanara di calcio, dopo una
trasferta a Terranera, per festeggiare la vittoria si fosse
trascinata lì fino a tarda sera. Sbigottiti assistettero a tale
spettacolo: in aria volteggiavano fronde sorrette da fili invisibili, che sparivano
poi tra i "macchioni" circostanti. I ragazzi erano stanchi per la
fatica espressa sul campo da gioco, ma non si fermarono certo lì per recuperare
le forze, anzi si diressero di gran carriera verso il paese. Questi episodi
sono susseguiti cospicui nel corso degli anni e la maggior parte di essi è senza spiegazione; ancora oggi, le persone (sempre
più rare) che si trovano a percorrere (ancor più raramente) quella strada con
il buio alle spalle non vedono l'ora di arrivare a casa e un brivido percorre
le loro schiene quando giungono lì, " addù esc& la paura ".
(un racconto Fontanaro
di Vincmari)